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“Le regioni
settentrionali, quanto più sono lontane dagli ardori del sole e
quindi di clima rigido, tanto più risultano salubri e propizie alla
procreazione; al contrario le terre meridionali più sono assolate,
più abbondano di malattie ed hanno bassa natalità.. Da ciò deriva
che assai grande è il numero dei popoli che hanno origine dalle
terre che sono sotto il polo dell’Orsa; e così è giustamente per
quell’immensa regione che va dal Don fino a Occidente, la quale,
benché ogni luogo vi abbia un proprio nome, tuttavia con un termine
comune è chiamata Germania. I Romani, che occuparono due province al
di là del
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è uno storico, considerati gli
"scempi" perpetrati da quelli veri, a partire da Livio e Polibio
fino ai tempi attuali. Siamo intorno al 150 A.C. e il gruppo
capeggiato dai due condottieri approda nel territorio chiamato
Skoringa, che vuol dire Terra sulla Riva, corrispondente pressappoco
al basso bacino del fiume Elba. Ancora oggi, taluni toponimi in
quest’area a sud di Amburgo, Bardowick, nei pressi di Lüneburg o il
Bardengau, ad esempio, ricordano questi antichi abitatori.
Chi volesse approfondire le vicende storiche dell’epopea longobarda ha solo l’imbarazzo della scelta tra siti web e autorevoli testi, tra i quali mi piace ricordare “Il Regno Longobardo d’Italia”, di Jurgen Mish. Nelle varie migrazioni, in Boemia, In Pannonia e poi In Italia, gli antenati dei Lavorgna (Lawörgna) hanno sofferto, gioito, combattuto, insieme con la loro gente, riuscendo a mantenere intatto nel corso dei secoli quel patronimico formatosi nelle fredde regioni del Nord Europa, nonostante la difficoltà delle tre |
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E’ lì che si stabilirono i Lavorgna,
dopo tre anni di dure peregrinazioni, sicuramente allettati
dall’amenità del luogo, dalla terra fertile e da quel piccolo monte
ricco di erbe, dal quale defluivano acque medicamentose. Nel 774
Desiderio, ultimo Re Longobardo, fu travolto dalla volontà
dominatrice del potente “genero”, quel Carlo che si apprestava a
diventare “Magno” e che asservì alla Francia tutti i territori del
regno, con l'esclusione del ducato di Benevento che, rimasto a lungo
indipendente, cadde infine sotto la dominazione normanna verso la
fine dell’undicesimo secolo. I Lavorgna furono testimoni di tutti
questi eventi, perpetuandosi, generazione dopo generazione, nella
bella e ridente cittadina sannita. Ci penserà Seodan il Saraceno,
nell’864, a scuoterli dalla loro tranquilla vita agreste,
inducendoli a trovare rifugio alle falde di un altro monte e
consacrando Filippo come capostipite ufficiale della famiglia.
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COME
NASCE UN COGNOME
Nei tempi arcaici le persone avevano solo un nome, ma già verso il terzo secolo A.C., presso i Romani, era invalso l'uso dei tre nomi, che a volte diventavano quattro o più, in special modo presso le famiglie nobili. L'avvento del Cristianesimo e le invasioni barbariche imposero la necessità di evitare confusione tra troppe persone con lo stesso nome. È in quel periodo che si formano, in modo sostanziale, i cognomi, traendo spunto dalle caratteristiche peculiari di una persona (Es. Forte, Pagano, Cristiano, Bello, Brutto); dal suo status, reale o presunto (Es. Conte, Re, Principe, Nobile, Fabbro, Maniscalco, Poverini); dagli elementi naturali (Cielo, Nebbia, Azzurro); dai luoghi geografici, dalla religione e da qualsivoglia altro elemento che è possibile riscontrare nell'etimologia. Per quanto riguarda il cognome LAVORGNA, la prima osservazione riguarda le tre consonanti consecutive, RGN, che rimandano chiaramente a una matrice nord-europea. La tesi più accreditata è quella che vede i Lavorgna (Lawörgna) discendere dagli antichi Winili (Longobardi), che lasciarono la Scania tra il II e il IV secolo d.C, penetrando lentamente nel cuore dell’Europa. Come noto, poi, i Longobardi, stanziatisi prevalentemente in Pannonia, dove inglobarono elementi etnici di varia origine, non solo germanici, entrarono in Italia al seguito di Re Alboino nel 568. Una tesi molto più suggestiva, invece, è quella che vedrebbe attribuita al cognome LAVORGNA una matrice celtica. L'etimologia riporta a L'ew, stabilizzazione gallese dell'irlandese “Lugh”. Lugh era la massima divinità della religione celtica, che ha dato il nome a tantissimi cognomi e luoghi geografici. Anche i Celti vennero in contatto con i popoli germanici intorno al V° secolo e da li potrebbe essersi verificata quella fusione di genti che poi, comunque, portò i Lavorgna in Italia nel 568.
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Lugh - Dio del Sole Lugh o Lugos o Llew ( = lo splendente) oppure Lugh Lamhfada ( = manolunga) oppure Lonnbemnech ( = dai colpi potenti) oppure Samildanach ( = il dotatissimo) oppure in vecchiaia Lug Chromain ( = piccolo e curvo Lug) oppure Lamfada ( = uomo dal lungo braccio oppure grande mano) poi anglicizzato in Leprechaun ( = folletto) (figlio di Cian dei Tuatha De Danaan ed Ethlinn dei Fomori, ma allevato da Manannan e Brigit, che in quanto madre adottiva di Lugh viene definita Taitliu - regina dei Fir Bolg), (nipote di Balor e di Dian Cecht) (Padre di Cu Chulainn - avuto con Dechtire |
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